Tractatus criminum saeculi XII editionem criticam congessit G. Minnucci, Bologna 1997 (Archivio per la Storia del diritto medioevale e moderno; Studi e Testi 2).
Il Tractatus criminum, il più antico trattato di diritto e procedura penale dell’età intermedia, risalente alla metà circa del XII sec. (presumibilmente al 1162-1164), è stato oggetto da parte della più autorevole letteratura storico-giuridica di studi e ricerche per gran parte del Novecento (in particolare da H. Kantorowicz e A. Gouron): una letteratura che ha molto indagato sulla sua paternità, anche in ragione del fatto che l’opera era stata pubblicata a stampa nel 1530 come sesto libro del De varietate actionum di Piacentino. Questi studi necessitavano di essere proseguiti per giungere alla realizzazione dell’edizione critica dell’opera e per tentare di individuarne la genesi.
Il volume ora edito contiene l’edizione critica del Tractatus criminum (pp. 1-60) – di cui sono conservate nelle biblioteche europee solo poche copie manoscritte, fra le quali talune mutile o parziali – ed è preceduto da ampi Prolegomena ( pp. i-cxiv) nei quali l’A., oltre ad illustrare la storia della tradizione manoscritta ed i criteri seguiti nella realizzazione dell’edizione, individua i legami dell’opera con le fonti romano-giustinianee, e con la letteratura della metà del XII secolo cui il Tractatus è connesso o da cui, in parte, dipende (ad es. la Summa Vindobonensis alla Istituzioni), come dimostrano i tre accurati apparati critici che corredano l’edizione del testo.
L’edizione critica dimostra che il Tractatus criminum costituisce un vero e proprio patchwork di fonti normative e dottrinali, con alcuni spunti di originalità. Si tratta del primo esempio di esposizione sistematica sotto il profilo sostanziale e processuale della materia criminale frutto, molto probabilmente, di un lavoro di scuola, il cui autore, allo stato degli studi, resta ancora incerto.
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