Il periodo che va dalla guerra del Peloponneso al regno di Filippo II di Macedonia è uno dei più tormentati e politicamente vivaci della storia greca. La storiografia, che già con Erodoto intendeva narrare fatti recenti, diventa contemporanea e addirittura autobiografica: i più importanti autori da cui dipendiamo – quasi tutti ateniesi –. Tucidide, Senofonte, l’autore anonimo delle Elleniche di Ossirinco, i più famosi oratori del IV secolo, sono tutti, direttamente o indirettamente, protagonisti degli episodi che narrano e partecipi della politica che muove gli avvenimenti. Per ricordare gli esempi più noti, basti pensare a Tucidide che fallisce la sua missione in Tracia e che approva l’operato di Nicia e non quello di altri colleghi; a Senofonte che è partigiano di Ciro ed amico degli Spartani tanto da essere esiliato da Atene; per non dire di Isocrate che, nella sua lunghissima vita, ha saputo variamente interpretare le esigenze della sua città, e della attiva funzione antimacedone di Demostene. Gli oratori, che fanno capo, salvo eccezioni, alle tre grandi scuole attive ad Atene, quelle di Platone, di Isocrate e di Aristotele, hanno una platea assicurata nei tribunali, dove gli avversari politici vengono trascinati con indagini di ogni genere, comprese quelle riguardanti la vita privata.
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